La lingua è un’entità astratta composta da diversi elementi cardini. La fonetica è uno di questi componenti imprescindibili che scandiscono la pronuncia e il suono di una determinata lingua. L’italiano, ad esempio, presenta un linguaggio lineare determinato da una corrispondenza perfetta tra grafia e fonema. Pertanto, al segno t corrisponde il suono t. Al contrario, l’inglese è caratterizzato da una fonetica complessa che solo in rare occasioni combacia con la grafia e questo perché non è una lingua fonetica. Ma cosa è la fonetica e quali sono le differenze tra italiano e inglese?
La lingua: un’essenza liquida
Il linguaggio è un codice in costante mutamento che varia nel tempo condizionato da fattori:
- Sociali
- Culturali
- Storici
- Linguistici
Per queste ragioni, l’italiano di oggi è diverso da quello dell’epoca dei comuni, così come anche dall’italiano parlato nel ‘700. Inoltre, i fenomeni sociali e culturali alterano la semantica, la semiotica e la fonetica di una lingua. Ad esempio, pletorico, ossia eccessivo, è un vocabolo arcaico ormai dismesso nel gergo quotidiano. Oggigiorno, infatti, sarebbe utilizzata un’espressione più colloquiale per raggiungere meglio l’interlocutore. Al contempo, anche la fonetica subisce variazioni, ma ciò che rende l’apprendimento di una lingua più complesso è di sicuro il suono e la pronuncia di un enunciato.
Capita, infatti, che un italiano che voglia apprendere una nuova lingua riscontri più difficoltà nell’inglese che in altre a causa dei fonemi specifici della lingua. Questo, come già accennato, è dovuto ad una divergenza tra grafia e fonetica che nell’inglese è piuttosto marcata. Ad esempio, l’inglese può produrre 20 suoni diversi da 5 semplici vocali. In pratica, a seconda dell’utilizzo della vocale può variare la pronuncia.
La Shwa e le vocali inglesi
Le vocali sono con molta probabilità ciò che rende più complessa la comprensione della lingua inglese nell’immediato. Infatti, oltre a modulare le frequenze delle vocali producendo 12 suoni differenti, queste sono anche combinate per creare dittonghi. Inoltre, una delle vocali più utilizzate in inglese è la Shwa, rappresentata come una e capovolta ə, ovvero un suono grave prodotto allargando poco la bocca e che può essere riscontrato in parole come teach-er e work-er.

Le consonanti inglesi
Come anche in italiano, le consonanti inglesi si dividono in sonore e sorde. Inoltre, a seconda del punto della bocca e della lingua in cui sono prodotte prendono il nome di:
- Fricative – il suono fuoriesce nonostante una lieve occlusione
- f-h-s-v-sh-th
- Occlusive – il suono è ostruito dalla bocca in un punto preciso
- p-b-d-t-k-g
- Nasali – vibrazione nasale
- m-n
- Liquide e Laterali
- l-r
- Semi Vocaliche
- w-y
Rispetto all’italiano, l’inglese possiede dei suoni consonantici sconosciuti alle lingue romanze, ossia θ e ð oltre a ŋ. Questi simboli dell’alfabeto fonetico internazionale si riferiscono a suoni prodotti nel pronunciare parole come:
- Thing: /θ – i – ŋ/
- Although: /al’ – ð – əʊ/
- This: /ð – i – s/
Queste infatti sono consonanti di origine germanica profondamente radicate anche in altre lingue dello stesso ceppo. La difficoltà nella pronuncia è dovuta alla posizione della lingua dietro ai denti a cui l’italiano nativo non è abituato. Eppure, l’inglese è una lingua varia e complessa che custodisce una terminologia tra le più vaste del pianeta e che ad oggi permette di comunicare con buona parte della popolazione mondiale.
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