Creare un piano editoriale è un’attività di vitale importanza, specie se si vuole dar vita ad un progetto digitale concreto e con un obiettivo ben preciso. Riuscire a coprire temi legati al proprio personal brand o ad un’azienda non è affatto abbastanza.
Soprattutto in un oceano mediatico che vede il web e i social media conquistare una centralità assoluta. Ma quali sono i modelli da seguire e come è possibile attuare piani efficaci e duraturi?
Come fare un piano editoriale
La pianificazione editoriale consiste nel mettere per iscritto un complesso di indicazioni con il fine di elaborarle e ordinarle, oltre che a prefissarle secondo una sequenza precisa. Il tutto per organizzare e regolare la pubblicazione e la condivisione di materiali digitali e non, nel corso del tempo.
È questo, in termini più generici, il suo significato principale. Ma il piano editoriale è anche un mezzo per chiarire e stabilire una strategia a medio-lungo termine. Un progetto organizzativo che parte dal singolo contenuto per poi raggiungere un disegno assai più ampio.
Nello specifico, creare un piano editoriale aiuta a raggiungere gli obiettivi prefissati seguendo uno schema ben preciso. Questo diventa vitale in particolare per imprese o privati che intendano perseguire tecniche di inbound marketing e utilizzare i contenuti per finalità di marketing più in generale.
Ma un editorial plan è una mossa vincente anche per i blogger, gli editoriali digitali, gli influencer ed e-commerce. Soprattutto perché una buona strategia editoriale, debitamente affiancata ad un SEO Audit professionale, può portare ad una sostanziosa visibilità sui motori di ricerca che si traduce quindi in maggior traffico e in più elevate possibilità di conversione.
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Cosa contiene un piano editoriale
Il documento è redatto da un team o una singola persona che in primis analizza e prefissa gli obiettivi. È fondamentale conoscere l’audiance a cui rivolgersi e comprenderne appieno tutte le dinamiche.
Nessuno vorrà investire tempo per un qualcosa che non porterà in alcuna direzione. Ed è per questo che per iniziare si procede con una verifica approfondita volta a inquadrare il target e quindi anche i probabili lettori. Da essi infatti si potranno ottenere dati in grado di mostrare una panoramica dettagliata del cliente/utente tipo.
In questo modo si potrà delineare il quadro specifico del buyer personas per tracciare il sentiero da percorrere. Quest’ultima è una figura che esiste solo nelle statistiche. Crearla consente di comprendere in buona misura che tipo di clienti o utenti interagiscono e visitano il nostro sito web.
A questo punto si è quasi pronti per selezionare i contenuti. Ma non prima di aver condotto un’analisi SEO ben definita. D’altronde, è inutile nascondersi, ad oggi far finta che il SEO non esista porta solo all’esclusione completa o parziale dai motori di ricerca che non è altro che la vetrina commerciale del nuovo secolo.
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Piano editoriale SEO
Un piano editoriale in assenza di una strategia SEO non conduce a nulla. È inutile girarci troppo intorno. I nostri contenuti sono mostrati in SERP solo se seguono determinati standard in accordo con le regole dettate da browser e motori di ricerca, meglio noti in inglese come search engine.
Il passo successivo al riconoscere il proprio pubblico, il target di riferimento e le intenzioni del nostro buyer personas, portano infine quindi alla ricerca delle parole chiave che più rappresentano la nostra attività . Queste sono indispensabili se si vuole davvero dare una chance alla strategia messa in atto.
Il mondo digitale è in costante sviluppo e le dinamiche interne rendono ogni processo sempre più complesso. Condividere quindi contenuti mirati non avrà l’effetto sperato se non accompagnato da analisi più tecniche. Per riassumere quindi, possiamo concludere che per la stesura di un documento editoriale sia necessario seguire questi passi:
- Individuare il Buyer personas
- Definire il Target
- Selezionare i temi centrali
- Adottare un tone of voice
- Condurre un’ analisi SEO mirata
Per quest’ultima voce, è necessario considerare le migliori parole chiave per posizionarsi, i Competitor nel nostro stesso settore e la struttura redazionale dei contenuti.
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Piano editoriale esempio
Mettiamo caso che abbiamo a che fare con un blog di viaggi. Dopo un’attenta analisi, l’autore del blog è riuscito a comprendere che per migliorare il suo personal brand ha bisogno di pubblicare materiale content-oriented per l’Italia.
Gli utenti medi hanno tra i 20 e i 30 anni, accedono per il 90 per cento da smartphone e sono prevalentemente interessati a come viaggiare low-cost in determinate regioni del Paese: Abruzzo, Toscana e Campania.
In questo caso, il blogger ha diverse possibilità e può sfruttare questi dati per attuare una strategia ad hoc. Da una parte può cercare di concentrarsi sui contenuti che gli utenti preferiscono e specializzarsi.
In questo modo può offrire ai suoi visitatori maggiori informazioni su ciò che cercano e garantire valore aggiunto al suo sito.
D’altro canto, potrebbe optare anche per risoluzionare quelle sezioni del sito evidentemente meno gettonate, promuovendole attraverso un piano di pubblicazione di nuovi contenuti ben definiti.
Le soluzioni si celano dietro ai dati e alle statistiche, saper leggere tra le linee può condurre verso la mossa vincente. Bisogna ricordare tuttavia che un piano editoriale unico non è sufficiente. Un solo progetto editoriale deve avere un piano per ogni singola rete in cui va inserito.
In particolare, se il nostro obiettivo è di combinare una strategia editoriale che prevede la pubblicazione di contenuti sul sito web, ma anche su Facebook, LinkedIn e Instagram, allora bisognerà considerare di effettuare variazioni e creare contenuti mirati e specifici a seconda della piattaforma su cui si andrà a lavorare.
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Calendario editoriale
Spesso tendiamo a scambiare il calendario editoriale, ossia lo strumento dove annotare i giorni del mese in cui effettuare condivisioni e pubblicazioni, con il documento vero e proprio: il piano editoriale. Non bisogna confondere le due cose poiché il primo non può esistere in mancanza del piano.
La differenza principale tra i due emerge dagli obiettivi. Il calendario editoriale ha come fine ultimo quello di ricordare quando e dove pubblicare i contenuti prefissati.
Mentre il piano editoriale è il centro nevralgico del progetto. Al suo interno sono presenti i dati, le informazioni e le ricerche condotte allo scopo di incontrare un audiance il più vicino possibile alle proprie esigenze.
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Cosa usare per calendario editoriale
Gli strumenti a disposizione per organizzare il calendario editoriale sono numerosi e nel prossimo futuro sono piuttosto alte le percentuali che prevedono un incremento degli stessi. Uno dei più affidabili e veloci in circolazione è il Google Calendar offerto gratuitamente dal colosso della Silicon Valley.
Il software permette di caricare eventi condivisi, impostare sveglie e reminder, ma anche pianificare video-call con meet e gestire in maniera intuitiva tutte le attività da svolgere durante il mese o l’anno.
Un’altra possibilità è Trello, una piattaforma su cui è possibile invitare l’intero team di lavoro e condividere i piani giornalieri e mensili direttamente da un’unico spazio digitale. Un’alternativa apprezzata da molti e che continua a suscitare interesse.
Eccoci giunti quindi alla fine di questo articolo in cui abbiamo potuto comprendere più nello specifico cos’è e come funziona un piano editoriale. Ma in particolare, siamo riusciti a scoprire le dinamiche che caratterizzano la stesura del documento finale.
Un lavoro impegnativo che necessita, specie se pensato per aumentare il traffico e la conversione del sito, di un professionista o di un team di esperti in grado di gestire e pianificare a medio-lungo termine.
The Smart Fox è da tempo attiva nel campo del Content Writing e del SEO e continua ad aiutare imprese e privati nel raggiungere gli obiettivi prefissati. Elaborare e organizzare un piano editoriale necessita di tempo, esperienza e dedizione. Pianificare con cura è un lavoro a tempo pieno che va studiato nei minimi dettagli.
Ecco perché in molti decidono di affidarsi a degli esperti del settore. Professionisti in grado di sviluppare una strategia SEO mirata per ottenere un miglior posizionamento sui motori di ricerca.
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