Traffico Google: ottiene visualizzazioni meno del 10% delle pagine in rete

Il web è oggi un biglietto da visita e una vetrina digitale. Un numero sempre maggiore di attività commerciali, artigiani e professionisti ne usufruisce.

Si stima infatti che ogni 24 ore siano lanciati circa 2 milioni di nuovi siti web in rete. Tuttavia, ben pochi riescono a ottenere il numero di visualizzazioni sperato.

A dire il vero, la maggior parte di essi resta celata, nascosta agli occhi di Google e dei motori di ricerca. Ma in buona parte dei casi il problema risiede alla base, ossia nell’assenza di un progetto digitale.

Ecco le stime fornite da Ahrefs e le ragioni per cui anche il tuo sito web potrebbe non spiccare mai il volo.

Il 90,63% dei contenuti non ottiene traffico da Google

Proprio così! Secondo uno studio condotto da Ahrefs, circa il 91 per cento dei contenuti sul web è come se non esistesse.

Di fatto, potresti pubblicare nuove pagine o contenuti ogni giorno. Ma in assenza di un piano SEO e di obiettivi mirati è probabile che l’unico risultato che otterrai sarà quello del dimenticatoio.

Nel 2017 Ahrefs ha dimostrato che su circa 2 milioni di nuove pagine, appena il 5,7 per cento entro un anno raggiungeva la top 10 per almeno una parola chiave.

Lo studio evidenzia come circa il 95 per cento dei nuovi contenuti sul web presi in analisi resti nascosto. E i dati di altre ricerche nel settore sembrano confermare il trend in generale.

traffico google: meno del 10 per cento dei siti web ottiene visualizzazioni

Vediamo solo la punta dell’iceberg?

L’analisi in questione fa riferimento a oltre 1 miliardo di pagine presenti sul database della compagnia. Nello specifico, il campione evidenzia come in realtà siano pochi i siti che emergono.

Immagina di digitare una search query su Google: quali siti web vengono mostrati? Sono in genere gli stessi anche per risultati correlati o temi connessi?

In buona parte dei casi è proprio così!

La ragione è semplice: gli algoritmi dei motori di ricerca premiano i siti web che soddisfano determinati requisiti. Ed è anche il motivo per cui alcuni domini riescono a scalare la SERP per un gran numero di quesiti di ricerca.

Mentre, al contrario, un sito web non ottimizzato in ottica SEO permane in un limbo. Le pubblicazioni possono continuare, ma in buona parte dei casi queste non otterranno buon esito.

Si stima infatti che meno del 10 per cento delle pagine sul web ottengano almeno 10 visite. Un’amara consolazione data la quantità di materiale disponibile sul web.

La maggior parte dei siti web non accede al ranking di Google

Le stime di Ahrefs sono riduttive e non possono fornire una rappresentazione definitiva dell’intero web.

Tuttavia, anche grazie a piattaforme come SemRush e Moz, si evince come nella maggior parte dei casi le pagine in rete ricevano zero traffico. Ma quali sono le ragioni? Cosa ostacola un sito web nella scalata verso la prima pagina di Google?

Traffico google a zero: le possibili ragioni

L’argomento della pagina non rispecchia l’intento di ricerca

Gli algoritmi di Google riescono a captare quale sia l’intento degli utenti quando digitano una determinata query di ricerca. Ad esempio, con la keyword: “materassini da campeggio“, il motore di ricerca mostrerà i vari negozi online dove poter acquistare un materassino.

Al contrario, “migliori materassini da campeggio” è una parola chiave informazionale a coda lunga. Qui sarà sì mostrato un banner con alcuni prodotti in vendita, ma i risultati organici prediligeranno gli articoli che offrono consigli o guide all’utente su come scegliere il miglior materassino.

Ecco, in pratica, se utilizzi keyword che stonano con l’intento di ricerca, la tua pagina web potrebbe non comparire in SERP per questa ragione. Affina quindi la ricerca, comprendi quali sono le parole più efficaci e crea contenuti che possano davvero aiutare l’utente durante la sua ricerca.

Traffico Google: ottiene visualizzazioni meno del 10% delle pagine in rete

Assenza di backlink

L’impatto positivo delle citazioni e quindi dei backlink sul web è nota ormai da tempo. Ogni qualvolta una tua pagina web o il tuo dominio è citato in rete, questo può accrescere il potenziale del sito nel ranking.

Ad ogni modo, non tutti i backlink sono da considerarsi positivi ai fini del posizionamento SEO su Google. Un link building di successo avviene in maniera naturale. Esso deve ampliare e offrire qualità e informazioni di valore aggiuntive all’utente, mirando soprattutto a domini autorevoli.

Acquistare infatti backlink a stock con scarsa autorevolezza e pieni di contenuti spam avrà un solo esito possibile: la penalizzazione.

Traffico Google: ottiene visualizzazioni meno del 10% delle pagine in rete

Gli utenti non cercano l’argomento del sito web

Un altro problema che si riscontra nelle pagine web in rete è la presenza di contenuto che non interessa agli utenti.

Il motore di ricerca è come un filtro che tra migliaia di opzioni seleziona quelle che rispecchiano maggiormente i canoni di ricerca.

Ma se le parole chiave all’interno del sito non riscuotono interesse, bisognerà cercare le soluzioni migliori per dare la giusta visibilità alla pagina.

Un ottimo aiuto può arrivare direttamente da Google e in particolare dallo strumento online gratuito che offre: Keyword Planner. Grazie ad esso potrai verificare qual è il numero di ricerca medio mensile stimato per date parole chiave.

Il software consente anche di comprendere quanto sia competitiva una keyword e quindi su cosa puntare anche in base ai connotati del sito web.

Traffico Google: ottiene visualizzazioni meno del 10% delle pagine in rete

Penalizzazioni Google

È impossibile non considerare le tanto temute penalizzazioni. Sono tante le realtà online che ricevono penalizzazioni da Google. In genere, sono siti spam o attività che cercano di guadagnare le prime posizioni in SERP con tecniche ritenute illecite.

Tra le diverse tecniche sono punite le operazioni di Black Hat SEO di cui ne abbiamo già discusso approfonditamente in un altro nostro articolo.

In genere queste sono attività che violano le linee guida di Google come ad esempio un black link building fatto acquistando stock in massa di backlink. Il keyword staffing, ossia esagerare con l’utilizzo di parole chiave, è punito severamente così come i contenuti copiati, poveri o realizzati con intelligenza artificiale. A questo proposito, i nuovi aggiornamenti mirano a scovare ancora più facilmente i contenuti prodotti con AI.

Le penalizzazioni sono effettuate da un team in persona e sono segnalate e riportate in “azioni manuali” in Google Search Console. A seconda della gravità, le tempistiche del provvedimento potrebbero variare ed eccezionalmente perfino diventare definitive. Pertanto, meglio agire in linea con gli standard definiti dai motori di ricerca.

traffico google errore di indicizzazione

Le pagine non sono indicizzate

Un altro problema che può incorrere con il tuo sito web è la mancata indicizzazione di alcune delle sue pagine.

Le ragioni possono essere varie: errori come il 404 – page not found e la presenza del noindex tag nell’head sono piuttosto comuni.

Ma i crawler hanno il loro bel da fare anche quando scansionare la pagina risulta impossibile a causa di un file robots.txt che li blocca.

Al contempo, anche un reindirizzamento errato, come un 301 su un URL inesistente, può escludere la pagina dall’essere indicizzata.

Per questa ragione, devi tenere constantemente sotto controllo le tue pagine web affinché tu possa intervenire e risolvere qualsiasi problema che limita o nasconde del tutto i tuoi contenuti dai motori di ricerca.

Noi di The Smart Fox sono anni che aiutiamo attività come la tua ad ottenere un buon posizionamento nei risultati di ricerca. Il nostro obiettivo è quello di piazzare i siti web in quel 10 per cento di pagine che ottengono visualizzazioni, in maniera tale da mostrare le tue potenzialità in rete.

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